E SE DAVVERO DA DOMANI L’ASSICURAZIONE 

RC-AUTO NON FOSSE PIÙ OBBLIGATORIA??

 

Lo stai sperando in fondo in fondo vero?? D’altronde la gran parte di noi vede il pagamento del premio della RCA – e delle altre coperture assicurative – come una spesa, quasi una tassa, obbligata e praticamente inutile. Tuttavia il fine di questa breve riflessione è approfondire, a favore proprio dei “non-addetti ai lavori”, IL PERCHÉ assicurarsi è un vantaggio insostituibile per chi sceglie – quantomeno – di informarsi!

E già pensi: beh, certo, cosa mi può dire di nuovo un’agenzia di assicurazioni? Aspetta un attimo. Intanto andando un po’ più avanti nella lettura potresti trovare qualche spunto interessante, oltre che qualche strumento selezionato online, di supporto a quel lavoro di “gestione familiare”, in tutti i suoi aspetti economici, che tutti noi siamo chiamati a svolgere parallelamente alla professione. 

Il mio lavoro infatti è aiutare a colmare proprio gli angoli scoperti e gli spicchi in ombra delle nostre organizzazioni lavorative e personali, selezionando soluzioni ad hoc per un problema che si può anche ignorare, ma che nessuno può evitare: quello del rischio, anzi delle conseguenze economiche dei rischi!! 

A questo proposito, sfatiamo subito 4 falsi miti sui rischi:

Le coperture assicurative non tolgono il dispiacere per l’accaduto, ma sono l’unica soluzione ai fatidici imprevisti, perché sono gli strumenti adatti per raggiungere gli obiettivi e i traguardi specifici che ora esamineremo. Io stesso ho sottoscritto diverse polizze per me e i miei cari proprio perché la mia convinzione è che qualsiasi persona, impegnata a (soprav)vivere e farsi largo nel marasma degli eventi della società attuale, che non fa NIENTE per mettere in sicurezza le cose a cui tiene o che ha costruito, o è disperatamente ingenua o irragionevolmente sconsiderata. Perché gli imprevisti non capitano, ma prima o poi…capitano eccome!

Anzi, per dirla con le parole del PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA 2002, Daniel Khaneman: 

“Spesso la gente si assume dei rischi semplicemente perché non sa di farlo e questo a causa del grande ottimismo e della convinzione di poter affrontare il futuro e il destino. Questa è una delle ragioni che spinge gli uomini ad assumersi rischi che non dovrebbero o a farlo inconsapevolmente”.

Ma torniamo al titolo del nostro articolo e alla nostra RCA per capire di cosa si parla.

 

Domani, abbiamo detto, l’obbligatorietà della RCA cesserà. Faremo festa, ma dovremo ricordare che ognuno di noi non può esimersi dal rispondere ad eventuali richieste danni provocati a terzi, così lo Stato proporrà delle alternative per rispondere alle esigenze di risarcimento in caso di incidente, anche perché sappiamo che i risarcimenti nei casi di sinistri stradali sono in media molto costosi, le cifre si alzano vertiginosamente se sono state coinvolte (ferite) delle persone. Le proposte possibili dunque sono queste:

A questo punto, a te la scelta!

A primo impatto ti sarà sembrata la volta buona per risparmiare quella somma che magari re-impiegheresti per la retta della palestra o per quella borsa che ti piaceva tanto, ma il vero risparmio è altro. 

Cerco di spiegarmi meglio:

La nostra percezione del premio (= prezzo della singola polizza) è di una PERDITA CERTA E IMMEDIATA, invece, nella realtà economica dei fatti è: LA PERDITA MINORE. Pensiamo banalmente ad una polizza per i danni causati da nostro figlio o dal nostro cagnolino ad un altro bambino: la polizza per questo tipo di eventi costa all’anno circa 70/100 €, mentre per un danno, anche non tragico, sulla pelle di un minore, come può essere ad esempio una frattura, un giudice può arrivare a chiedere decine (se non centinaia) di mila euro. 

È in questo senso che le coperture assicurative rimangono oggi l’unico mezzo che permette di avere una FONTE DI DISPONIBILITÀ ECONOMICA IMMEDIATA IN CASO DI PERDITA. Per questo non è più accettabile che le sole persone che comprendono e sfruttano al meglio lo strumento assicurativo siano i pochi illuminati che conoscono già da anni professionisti seri e onesti. 

Di mezzo c’è anche la necessità di costruire insieme una co-responsabilità tra assicurando e assicuratore con la fiducia, il coinvolgimento, tra le parti sociali che si crea prima di tutto attraverso la trasparenza dei professionisti, cioè la loro capacità di far capire cosa è più giusto scegliere tra le possibilità che il mercato ci mette a disposizione. Perché anche non scegliere è una scelta e non scegliere oggi significa mettere a repentaglio il proprio futuro.

Naturalmente se in Italia siamo ancora a questi livelli, se ancora siamo, secondo i dati Ania, ad un misero 2% di abitazioni assicurate “contro le calamità naturali come alluvioni e terremoti nonostante il territorio nazionale sia in larga parte esposto a rischio sismico o idrogeologico” (fonte: SOLE 24 ORE), la colpa è in larga parte delle istituzioni e di noi intermediari che non siamo riusciti a far corpo comune e diventare canale di formazione per i consumatori, trasmettendo i concetti basilari della tutela assicurativa del patrimonio in modo chiaro e attenuando così quella diffidenza ormai ancestrale nei confronti di questo mondo complesso. Il consumatore infatti è del tutto sprovvisto di mezzi e tempo per crearsi da solo una conoscenza approfondita del settore che, per altro, è in costante mutamento, ma in questa ignoranza, chi ci rimette sono proprio in clienti, i quali rimangono in balia della sorte.

L’intermediario deve iniziare ad essere visto come MINIMIZZATORE DI SOFFERENZE e OTTIMIZZATORE DI RISORSE, dunque la figura che serve a ciascuno di noi, perché l’uomo, per sua natura e per fattori di condizionamento ambientali esterni, tende a sprecare, a mal gestire le risorse e a perdere guadagni possibili. Ricordiamo che tecnicamente, anche se emotivamente non sembra, la perdita e il mancato guadagno sono la stessa cosa!

Il problema di oggi in altre parole è la SUB-OTTIMIZZAZIONE, lo spreco e la mala gestione dei risparmi: il mercato continua a vendere prodotti, mentre ciò che serve al consumatore/risparmiatore sono strumenti per gestire le proprie risorse, e, come accennavo sopra, le polizze sono gli unici strumenti per gestire le perdite di denaro. Invece si continua a fare l’errore ingenuo di usare strumenti finanziario-bancari per far fronte a problemi di natura assicurativa. L’investimento, il risparmio, la gestione patrimoniale sono questioni finanziarie; mentre l’imprevisto, il rischio, la perdita sono questioni assicurative. 

Il giusto percorso, e questa non è solo una teoria economica, ma anche semplice buon senso, sarebbe consolidare le basi, proteggendole per prima cosa, e poi andare a fare degli investimenti al fine di ottenere anche delle rendite. Prima la sicurezza, poi il rendimento. Quando si parla polizze infatti, si parla di BLINDAGGIO. L’assicurazione BLINDA = tutela quello che NON può essere trasferito (anche i risparmi) da qualcosa di imprevisto. Le polizze traghettano fuori da una situazione di difficoltà. 

Senza parlare poi del fatto che, su grande scala, aumentare il numero delle persone assicurate significherebbe incrementare le risorse a disposizione di tutti, spalmare il rischio e abbattere i costi delle coperture, che sarebbero sempre più ampie e complete e addirittura economiche: grazie alla cara vecchia mutualità!

Nessuno ci educa alla corretta gestione delle nostre proprietà, siamo ORFANI in balìa del mercato, se non ci serviamo di un professionista di fiducia che ci guidi nella gestione oculata di ciò che abbiamo…e pensare che la consulenza di un intermediario assicurativo in Italia è in alcuni casi ancora gratuita!! 

Siamo risparmiatori “naїf” (Patti Chada) o “schizzofrenici” perché, per allontanare la paura di spendere troppo per una polizza, rischiamo di dover spendere 10000 volte tanto quei 100 euro risparmiati. Risparmio infatti non è (solo) lo sconto, ma principalmente l’ottimizzazione di risorse. Purtroppo però gli studi dimostrano che l’essere umano non è sempre avverso al rischio, mentre lo è sempre rispetto alla perdita! Inoltre la paura della perdita poi si accompagna anche ad altri elementi come la pigrizia, il mantenimento dello status quo, della propria zona di confort. Tradotto, una tendenza all’immobilizzazione che ci porta a sostare nel rischio che non vediamo piuttosto che farci adoperare per ottenere strumenti di difesa.

A proposito di immobilizzazioni, facciamo un altro salto nei dati che può farci aprire gli occhi: gli statisti durante la crisi per la pandemia di Covid 19 purtroppo ancora in atto, hanno osservato che in Italia si è verificato paradossalmente un vertiginoso aumento dei risparmi e quindi, in generale, di liquidità nei c.c. dei cittadini. 

Analizzando il fenomeno i tecnici parlano di “profezia autoavverante” poiché la paura di perdere posti di lavoro e risorse ha portato le persone ad attuare comportamenti che, invece di evitare l’evento temuto, ha effettivamente portato alla sua concretizzazione. Ecco i passaggi: paura di perdere lavoro e soldi di fronte all’imprevisto 🡪 si inizia ad accumulare i risparmi e a fermare più possibile le spese 🡪 i media amplificano l’evento, in massa le persone bloccano tutto sui conti correnti 🡪 si blocca effettivamente l’economia 🡪 io perdo il posto di lavoro.

Questo dimostra una volta in più che per paura di una piccola perdita spesso si incorre in perdite molto più gravi in un immediato futuro. In generale occorre comprendere che, per un’ottimale gestione delle proprie risorse, non si può ragionare analiticamente a compartimenti stagni (quanto ho messo in quella banca, quanto ho perso e guadagnato con gli investimenti nell’altra, quanto ho pagato la polizza RCA, quanto quella infortuni, le bollette e le multe…), ma piuttosto avere una visione GLOBALE, olistica, della propria situazione, coscienti oltre tutto che i soldi sul conto corrente sono intaccati ininterrottamente da fattori che li corrodono: spese di gestione, inflazione, tasse, impossibilità di accedere alle fonti di risorse, etc. 

Di nuovo, l’oggetto è sempre uno: la mancanza di risorse. Dunque basta chiedersi: ho le risorse economiche per far fronte ad una grande perdita? Alle conseguenze di un evento infausto?

SI 🡪 Non ho nessun problema a trovare in breve tempo grandissime somme di denaro per far fronte a qualsiasi imprevisto. Somme che non intaccano il mio patrimonio e il mio tenore di vita e che posso ripristinare facilmente e velocemente.

SI 🡪 Posso trovare grandissime somme di denaro, ma intaccherebbero il mio patrimonio e ci vorrebbe del tempo per reintegrarle

SI 🡪 Si ho delle somme da parte, ma non so se sarebbero sufficienti e/o non vorrei utilizzarle in questi casi.

NO 🡪 Credo sia fondamentale pagare qualcuno che si assuma l’onere, se succede qualcosa, di sborsare immediatamente grandissime somme di denaro al posto mio.

 

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