LE NOSTRE PROPOSTE

Mi sono documentato un po’ e ho scoperto che la parola CRISI proviene dal termine greco κρíσις (crisis) a sua volta derivato dal verbo κρíνω (crino) il cui significato è «distinguere, separare» – gli studi da geometra in gioventù mi sono serviti in altri frangenti -. Con la prima accezione “agricola” ci si riferiva alla separazione del frumento dalla paglia e dalla pula nell’attività di trebbiatura. L’idea originaria di “separazione” ha poi portato, con il tempo, a quelle collegate di “discernimento” quindi “scelta”, “giudizio” “decisione” e simili – devo dire che tra i libri classici di mia figlia e l’Enciclopedia Treccani si trovano cose molto più avvincenti di quello che pensavo e soprattutto sono praticamente al sicuro dal mio tormento: le fake news -. Inoltre, in partenza, il senso che esprimeva la parola non era prettamente negativo come la intendiamo oggi, ma si riferiva più in generale al CAMBIAMENTO, spesso strutturale – dunque inevitabile, quasi fisiologico – di sistemi, come quelli biologici (un corpo umano malato) o economici.

In tutti i momenti di cambiamento – non so voi, ma io dall’alto di un abbondante sessantennio (anche se cerco di usare meno anni possibile) lo ben so per esperienza – c’è un inevitabile disagio. Questo perché qualcosa si deve, per forza di circostanze, per adattamento all’ambiente, lasciare! Abbandonare qualcosa per dare spazio a pezzi nuovi, meno familiari. Si deve modificare una parte più o meno ampia di ciò che si conosceva, che si riteneva “normale”, intaccare l’abitudine questo è quanto meno fastidioso – e ve lo dice uno che prima di colazione, da quando non è più un baldanzoso pallavolista, fa almeno 20 minuti di esercizi per sgranchirsi tutti i giorni -. A questo punto si fanno delle scelte, si seleziona, si prendono delle decisioni, si riflette su di sé.

Una parte di noi deciderà di lasciare che gli eventi facciano il loro corso, abbandonandosi, un po’ “buddhisticamente” – questo nel Treccani devo ammettere che non c’è -, al flusso guardandone gli effetti una volta che la marea si sarà ritirata. Altri si tufferanno nell’acqua alta (con le dovute precauzioni) per cercare con curiosità quello che è stato portato più vicino a riva dal gonfiarsi spaventoso del mare.

Beh io – sarà perché sono un appassionato subacqueo – vorrei tuffarmi, accettare di lasciare qualcosa in questo momento (con sacrificio) ed essere per quanto possibile intraprendente. Anche perché in agenzia – e anche qui credo di non essere l’unico -, nella corsa sfrenata della routine lavorativa, ci sono molte risorse che prima consideravamo secondarie e ora vengono sorprendentemente a galla.

Noi – con “noi” intendo io e le mie collaboratrici della piccola agenzia di via della Pallotta – vogliamo solo esprimere a gran voce la convinzione che in questo momento è possibile essere curiosi, essere efficienti, essere pieni di energia, pensare a nuovi progetti, soluzioni e azioni. Forse anche per deformazione professionale, vogliamo guardare avanti e prevedere le sfide che ci attenderanno una volta terminato questo periodo di stallo forzato, prendere il meglio, anche fosse una briciola, nel paniere delle possibilità che il problema attuale ci pone di fronte e dire: ok, oggi lo dedichiamo a questo…!

Nella nostra stessa prospettiva vorremmo portare anche ognuno di voi, i clienti che ci hanno seguito e che ci seguiranno, che si fidano e che hanno voglia di interagire con noi. Con questo rinnovato entusiasmo da oggi vorremmo venire a bussare alle porte di ognuno – cosa che, sempre in anni meno maturi, facevo davvero, e con un’enciclopedia in mano – per invitarvi e spiegarvi cosa possiamo fare insieme, ma tanto bene è super illegale in questo momento, dunque chiameremo e scriveremo in questo spazio che ci siamo ritagliati, per lanciare un invito ad AFFACCIARSI.

Il virtuale, il digitale e tutta la massa di tecnologia che ci ruota attorno – e con cui in tutta sincerità personalmente non ho sempre un rapporto pacifico – può essere sfruttato ora più che mai nel migliore dei suoi utilizzi: salvarci dalle derive e dalle solitudini.

Per concludere quindi, oltre alla riflessione del tutto personale che mi sentivo di condividere, vorrei lasciare, come anticipato a qualcuno per e-mail, delle indicazioni pratiche per continuare a comunicare, ma soprattutto per iniziare ad avere maggiori possibilità in mano.

L’invito è semplicemente questo: innanzi tutto stai a casa per davvero, prendi tutte le misure igienico sanitarie di sicurezza e poi continua a seguire questo sito, cercheremo periodicamente di aggiornare la sezione “I Nostri Consigli” con articoli e notizie trasversali che vogliono essere suggerimenti generali per dissipare i pregiudizi, riconoscere le false notizie che circolano e districarsi nel mondo assicurativo che spesso confonde, disorienta, nella sincera speranza che ciascuno comprenda l’importanza di avere a fianco a sé un professionista, un intermediario esperto che lo guidi in un settore altamente tecnico e complesso, ma che dovrebbe essere una parte immancabile della vita di tutti anche se spesso non ce ne rendiamo nemmeno conto.

Nel sito c’è poi la sezione OTP e questo ci rimanda al secondo suggerimento: chiamateci e attivate per voi il servizio di firma a distanza con cui, una volta sistemata la vostra posizione cliente (adeguandola, tra le altre cose, alle nuove indicazioni di legge sulla privacy) potrete firmare da casa polizze e altri documenti e farveli spedire direttamente alla vostra mail.

Infine Axa mette a disposizione dei clienti che hanno almeno una polizza, scaricando l’applicazione MY AXA su smartphone o altri dispositivi mobili (tramite Play Store per chi ha Android e App Store per i possessori di Apple – iPhone/iPad) UN CONSULTO MEDICO TELEFONICO GRATUITO almeno fino al 3 aprile per ogni dubbio o difficoltà che potrebbe insorgere in questo periodo.  

N.B. Nella sezione CONSENSI [a cui si accede cliccando le 3 lineette orizzontali in alto a destra sullo schermo poi IL “MIO PROFILO” –> “ DATI DI CONTATTO E CONSENSI” —> ”MODIFICA DATI E CONSENSI”], oltre a poter inserire email e numero di cellulare, voglio chiarire che mettere “SI” alla dicitura “Acconsento al trattamento dei miei dati per attività promozionali e di vendita” non permette alla Compagnia di inondarvi di pubblicità, come si potrebbe pensare, ma a voi di usufruire di servizi commerciali.

 

Detto ciò, vi abbraccio virtualmente e vi auguro di non lasciarvi abbattere, di riuscire a tuffarvi insieme a me e trovare il seme che, messo oggi, vi darà frutti domani.

Ah, a proposito di questo…

 

Gianluca Costantini